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Class action Dieselgate: Altroconsumo annuncia il ricorso in Cassazione

14 dicembre 2023
Dieselgate

La Corte d'appello di Venezia ha confermato la condotta illecita di Volkswagen (costretta a un maxi risarcimento da 19 milioni di euro), che però, secondo il Giudice, non ha creato danni materiali al consumatore (come invece aveva stabilito il Tribunale in primo grado). Non condividiamo questa decisione e ricorreremo in Cassazione per chiedere che sia riconosciuto un risarcimento pieno agli automobilisti, comprensivo del danno patrimoniale.

La Corte d'appello di Venezia, alla quale Volkswagen si era appellata dopo che in primo grado (nel 2021) era stata condannata a pagare circa 200 milioni di euro ai consumatori, ha confermato che la casa automobilistica tedesca ha manomesso e truccato i software per omologare le sue Euro 5. Per questo motivo ha confermato che Volkswagen (oltre a pagare tutte le spese processuali) è tenuta a versare a tutti i consumatori ammessi alla class action di Altroconsumo un risarcimento di 300 euro per danni morali, e ha ampliato la platea dei beneficiari aggiungendo ulteriori 81 automobilisti che erano stati inizialmente esclusi dal risarcimento. Un risultato importante, ma che non ci basta.

Ricorso in Cassazione per un risarcimento pieno

Infatti, secondo il giudice d’appello non ci sarebbe stato un danno patrimoniale in quanto i veicoli sono stati richiamati da Volkswagen per la rimozione del software illegale, hanno conservato la classe Euro 5 e non risulta un deprezzamento del loro valore sul mercato dell’usato. Non condividiamo questa decisione e ricorreremo in Cassazione per chiedere che sia riconosciuto un risarcimento pieno agli automobilisti, comprensivo del danno patrimoniale. Il Tribunale di Venezia aveva, infatti, riconosciuto il danno patrimoniale in quanto i consumatori hanno acquistato un veicolo ritenendolo regolarmente omologato come Euro 5 e “green”, come dichiarato dalla casa automobilistica. A causa di questo inganno, gli automobilisti hanno pagato un prezzo superiore al valore del veicolo, subendo un danno per il quale hanno diritto di essere risarciti.

Una condanna da 19 milioni di euro

Si tratta della prima volta, in Italia, in cui uno dei più grandi colossi industriali a livello mondiale viene ritenuto colpevole di un comportamento scorretto e condannato a versare quasi 19 milioni di euro ai cittadini ingannati. Un risultato ottenuto grazie all'azione di Altroconsumo che dal 2015, quando scoppiò in tutto il mondo il caso "dieselgate", sì è subito attivata per tutelare i diritti delle migliaia di consumatori che avevano acquistato un’auto Volkswagen le cui emissioni erano molto superiori a quanto dichiarato. Da lì è nata una class action che ci ha impegnato per otto anni, nel corso dei quali abbiamo fatto studi, analisi, comunicazione, abbiamo coinvolto le persone e invitato gli interessati a partecipare.

Scorrettezza senza danno

Per la Corte d'Appello, il danno sarebbe stato già risarcito attraverso la campagna di richiamo messa in campo dal colosso automobilistico e dal fatto che l'omologazione Euro 5 di quei modelli non è mai stata revocata. Noi rimaniamo convinti che un danno patrimoniale ci sia stato, lo avevamo anche documentato con molte prove di emissioni e consumi, dalle quali risultava che i cittadini hanno acquistato un'auto Euro 5 ma che nei fatti Euro 5 non era (o lo era solo grazie al software manomesso da Volkswagen). Ed è per questo motivo che abbiamo deciso di presentare un ricorso in Cassazione, affinché agli automobilisti venga riconosciuto un risarcimento pieno.

L'impegno di Altroconsumo in tribunale

Altroconsumo è riuscita a dimostrare anche in Appello che Volkswagen ha attuato un comportamento scorretto, vendendo le sue auto per quello che non erano. Una sconfitta quindi per l'azienda automobilistica, anche se con numeri inferiori a quelli che avremmo voluto (e che avevamo ottenuto in primo grado), ma che in ogni caso danno conto della portata dell'azione intrapresa da Altroconsumo e della bontà della class action come strumento per portare un risarcimento tangibile ai consumatori che, è bene ricordarlo, non hanno mai dovuto spendere un solo euro per partecipare all'azione. La conclusione positiva del ricorso riconoscerà un risarcimento agli oltre 63 mila consumatori (per l’esattezza 63.136 inclusi gli 81 ammessi in appello): un risultato che sarebbe stato impensabile senza l’impegno di Altroconsumo e senza lo strumento della class action.

Altroconsumo, infatti, porta avanti con convinzione le azioni di classe per dimostrare davanti a un giudice le ragioni dei consumatori, anche di fronte a colossi industriali ed economici come Volkswagen. Un percorso che non finirà certamente qui: quando si uniscono, i consumatori sono forti e possono farsi valere